Scusate il disagio

Pubblicato il Autore Marco Lazzari

Nei giorni scorsi ultimovenuto è stato oggetto di un attacco di un simpaticone che ha fatto scomparire il blog e messo in rete una pagina sua.

Siccome non avevo ancora installato l’ultimo aggiornamento di WordPress, si è infilato entrando da una falla nota: che eroismo, che acutezza, che dimostrazione di grande competenza informatica! si vede che c’è gente che non ha proprio niente di meglio da fare nella vita, come quello che dall’inizio della vita di questo blog, quattro mesi fa, mi ha già mandato circa duecento commenti spazzatura.

Mi scuso per il disagio e ringrazio Giuseppe e Alberto per avermi segnalato il guaio – ho impiegato un po’ a sistemarlo perché ero a un congresso a Roma e avevamo a disposizione una linea scacciona (Giuseppe, volevo sdebitarmi invitandoti per un caffé, ma anche quello è andato sotto l’uscio per problemi tecnici).

Ritratto maschile da Hawara, oasi del Fayyum; immagine di pubblico dominio
Ritratto maschile da Hawara, oasi del Fayyum; immagine di pubblico dominio

A proposito di Roma: sempre Giuseppe e anche Federica, se vi capita, andate a vedere Esercizi di stile al Teatro della Cometa: si ride dal primo istante all’ultimo.

Superba anche la mostra sulla pittura romana alle Scuderie del Quirinale (La pittura di un Impero, fino al 17 gennaio 2010).

A proposito: anni fa, in occasione di un’altra mia puntata a Roma, ero stato alle Scuderie a vedere non ricordo cosa; alla biglietteria chiedo se come professore universitario ho diritto a qualche facilitazione (in molti musei entro gratis) e la gentile donzella alla cassa, esaminati i miei documenti, mi dice: “Che io sappia, tutti quelli che si laureano sono professori”. Non le ho risposto che questo probabilmente succede a Roma, dove non è necessario un titolo di studio per essere Dottori; ho pagato il prezzo pieno e mi sono guadagnato un aneddoto (stavolta mi hanno fatto qualche euro di sconto).

Una risposta a Scusate il disagio

  1. Anch’io come il prof “ho visto cose che voi bergamaschi non potete nemmeno immaginare”…

    Il caffè lo offro io la prossima volta che passa di qua!